Morti bianche: edilizia settore nero

Arezzo – 4 marzo 2024  – È Il comparto dove si contano più incidenti a livello nazionale, seguito dall’agricoltura e metalmeccanica.
Filca, Fim e Fai Cisl Arezzo: “Dalla patente a punti in edilizia, all’istituzione di un tavolo di monitoraggio provinciale, faremo valere le nostre richieste per tutelare i lavoratori”
Proprio a fronte delle tragiche morti all’interno del cantiere fiorentino di pochi giorni fa, le segreterie Cisl di Filca, Fim e Fai, tornano a parlare del tema delle morti bianche chiedendo di aumentare diritti e tutele per i lavoratori. Dai dati dell’osservatorio sicurezza e Ambiente Vega del 2023 il rischio di infortunio mortale in Toscana corrisponde a 20,4 morti per milione di occupati e risulta inferiore rispetto alla media nazionale, che invece è pari a 34,6. L’indice di incidenza della mortalità su Arezzo è pari al 20,2. Nel territorio aretino nel 2023 sono stati registrati 4 decessi e 3 infortuni sul lavoro. Già 15 anni fa un fatto tragico aveva portato la Filca Cisl ad interessarsi a soluzioni concrete per arginare le morti sul lavoro. Era l’anno 2009 e in uno dei cantieri più importanti della nostra provincia, quello per la costruzione della nuova Camera di Commercio in Via Spallanzani, avvenne un gravissimo infortunio in cui perse la vita un operaio edile, Vincenzo Spiniello.
“Già allora – afferma Gilberto Pittarello della Filca Cisl Arezzo – avanzammo la proposta nata in casa Filca nel 2003 di una sorta di regolamentazione del settore in materia di sicurezza, che penalizzasse le imprese inadempienti per quanto riguarda la formazione in materia di sicurezza dei propri dipendenti e che premiasse quelle imprese virtuose con un indice basso di infortuni che avessero investito nella formazione in sicurezza, vista ancora oggi dalla maggior parte delle aziende solo come un costo”.
Quella che venne proposta era una sorta di “patente a punti“ simile a quella per gli automobilisti, come una delle novità all’epoca, del correttivo al Testo Unico sulla Sicurezza del 2008 che non fu accolta e non andò a buon fine.
“Purtroppo – ribadiscono Serafino Marino, Gilberto Pittarello, Antonio D’Angelo e Francesco Santacroce della Filca Cisl aretina – è triste constatare come la scia di sangue giornaliera animi la scena delle morti sul lavoro, come un vero e proprio bollettino di guerra. Sappiamo altrettanto bene che, per evitare infortuni mortali, diventa fondamentale il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Siamo soddisfatti – affermano i sindacalisti – di avere appreso come la patente a punti, proposta storica della Filca Cisl, ora rientri nei provvedimenti annunciati dal Governo come risposta alle morti sul lavoro dopo la strage avvenuta a Firenze con ben 5 morti. Restiamo ora in attesa di conoscere i contenuti per una valutazione approfondita”.
Per il settore metalmeccanico quello degli infortuni è sicuramente un fenomeno non in decrescita, ma semmai in crescita. Per questo Fim e Filca hanno fatto partire nelle ultime settimane una mobilitazione a livello nazionale con assemblee sindacali nelle aziende. “Ci siamo sempre impegnati e continueremo a farlo, anche dopo i fatti di Firenze – sottolinea Ilaria Paoletti segretaria Fim Cisl Arezzo – a far si che il responsabile della sicurezza dei lavoratori sia sempre più una figura di rilievo all’interno delle aziende. Anche con questo obiettivo abbiamo chiesto l’attivazione di un tavolo congiunto di monitoraggio che parta dalla Confederazione Cisl Arezzo, Fim, Filca e indirizzato a Prefettura, Inail, Ispettorato del lavoro e Asl, da estendersi anche alle altre organizzazioni sindacali”.
Per il settore agroalimentare della provincia di Arezzo fortunatamente il quadro delle morti bianche non annovera dati da registrare. “Nell’agroalimentare ci sono però problematiche legate al lavoro usurante non riconosciuto – commenta Rosalba Salvadori, segretaria di Fai Cisl Arezzo – non viene cioè contemplata la problematica del caldo estivo, sia nei campi che nelle aziende di panificazione dove spesso le alte temperature dei forni già mettono a dura prova i lavoratori. Su questo siamo in prima linea nella richiesta di una maggiore attenzione”.